martedì 30 novembre 2010

La disfatta in Gallia



Un po' mi ripeto che dovrei essere felice per aver debuttato nel BJJ, certo è che la realtà non posso negarla, e cioè che in parte per colpa mia, in parte per potenti forze cosmiche suine a me opposte, la trasferta milanese si è rivelata un discreto disastro.
Iniziamo col dire che erano due giorni che mi svegliavo alle sei e, non essendo abituato, ero già leggermente debilitato. Sabato mattina arrivo al palazzetto alle 9:20, mangio giusto un po' di frutta secca e cerco di concentrarmi. Alle cinque ancora non avevo lottato, il sonno saliva e pure la debolezza.
Per la stupida paura di non riuscire a rientrare nel peso (tetto massimo 94.3) non avevo più mangiato, ciò ha significato che quando mi hanno chiamato sono salito sulla materassina con 9 ore di digiuno.
Il mio avversario (che poi si è qualificato secondo su 13) era duro, ma non così duro. Ho cercato di oppormi un po' ma dopo esser stato proiettato ci ho visto nero, avevo il campo visivo ristrettissimo e la lucidità in panne. Ho battuto su uno strangolamento quantomeno velleitario, ma complice il tutto mi sentivo davvero svenire. Oltre il danno la beffa, sulla bilancia ho fatto 90.3, 4 kg sotto il peso della categoria, avrei potuto mangiare un cinghiale.

Esco dal palazzetto con l'idea, quantomeno, di abbuffarmi al Giapponese come un maiale dopo due mesi di dieta ferrea. Sfortuna volle che dopo i primi piatti mi prendesse la nausea, ergo sono finito a bere solo l'acqua zuccherosa della macedonia.
Usciamo dal ristorante con un'ora di anticipo, e, naturalmente, io e i miei sfortunati amici troviamo tutti i semafori rossi e il traffico del sabato sera milanese.
Ovviamente perdo il treno del ritorno che, per giunta, mi parte in faccia.
Dopo aver passato un'altra notte in albergo e dopo varie peripezie riusciamo a giungere verso l'una alla stazione centrale. Il mio biglietto era ovviamente No Cambio No Rimborso e per questo sono stato costretto a ricomprarlo, altri 90 euro.
Non avendo i soldi per il pranzo, mangio un pacchetto di patatine e alle 14:15 riparto.


Il Torino challenge è a Marzo, mi allenerò duro e spero di rifarmi, assicurando a me stesso che non farò più errori da niubbo come il non mangiare...sfiga permettendo.

lunedì 22 novembre 2010

La dieta che procede




A 88.5 kg sono pronto per il Milano Jiu Jitsu Challenge.(http://www.milanochallenge.com/)

Non è tanto l'aver perso 62 kg che mi rende felice, ma il fatto di essere arrivato a competere agonisticamente in una disciplina dura come il BJJ.

Chi mi conosce sa che il mio traguardo ultimo, il mio sogno, sono le MMA, ciò non toglie che questa sia una tappa importantissima della mia evoluzione personale e sportiva.

Come sempre darò il massimo, Ibis Redibis non morieris in bello.

lunedì 8 novembre 2010

La preparazione: non solo fisica

Fuori piove come si deve, e io sono appena rientrato. Mi piace la pioggia perchè mi aiuta a pensare. Non credevo che Roma fosse così piovosa, ma certo è una cosa da poco conto rispetto a ciò che questa città sta facendo per me.

Se dovessi citare un celebre film, direi che sta riallineando le mie percezioni. Non ho mai avuto dubbi riguardo le facoltà divine ed energetiche dell'Urbe, non fosse per tutto quello che è nato e che è morto sulla stessa terra che io calpesto ogni giorno.

Ripensando al passato, a quando vivevo a Chieti cioè, non provo nostalgia nemmeno per un secondo, anzi mi sembra di non riconoscermi nelle vesti di quella persona che prima ero.
A confronto con ora, mi vedo come un ragazzino che in ogni modo cerca di barcamenarsi o come dire, sopravvivere dentro una gabbia di matti senza avere egli stesso i mezzi che conducono alla sanità mentale. Certi mezzi ce li ho sempre avuti dentro, ma in altri luoghi erano irrealizzabili.

Di mese in mese mi vedo cambiare, profondamente, e sento che sto scoprendo sempre di più qualcosa di migliore che già era nel mio animo e che non riuscivo a tirare fuori.
La strada principale percorsa da me per questa evoluzione è il Brazilian Jiu Jitsu, mi sta costando sudore e fatica ma ne vale la pena, senza dubbio.

La lotta da qualche anno a questa parte è parte integrante e fondamentale della mia vita, parte di quei concetti positivi che mi spingono ad alzarmi la mattina.
Prima mi allenavo di Pugilato e Sanda (boxe cinese), quindi il mio approccio con il BJJ (brazilian jiu jitsu) non è stato facile. Negli stili che consentono colpi è premiata, nel combattimento, la forza, l'aggressività, il colpire duro quasi si fosse rabbiosi, ma nel BJJ non è così.
I primi giorni in palestra erano un disastro, lottavo come un animale che cercava di finire una preda ferita, il risultato era vedermi continuamente sbattuto a terra, finalizzato con leve e strangolamenti e a dirla tutta mi facevo anche male. Tornavo a casa stanchissimo e pieno di lividi e mi chiedevo "ma come si fa sto' giuggizzu?"
Osservando gli altri, ma soprattutto ascoltando i maestri, ho capito che il vero mezzo per riuscire nel BJJ è la testa, la riflessione. Lo sforzo davvero grande in questa AM (arte marziale) è rimanere lucidi in qualsiasi situazione, anche quando l'avversario è sopra di te e ti pressa il pettaccio sudato in faccia cercando di metterti sotto pressione e farti perdere, appunto, la fermezza per capire come difenderti e come uscire da quella posizione svantaggiosa.
Lottando piano, pensando, cercando di ricordare le tecniche mostratemi, ho cominciato a migliorare, a mettere in difficoltà anche io gli altri e di rado anche a finalizzarli. Ho iniziato col BJJ il 15 settembre, quindi ora sono quasi due mesi che lo pratico. Sono un super novellino ma mi sento assolutamente spronato, vuoi da me stesso vuoi dall'ambiente, a migliorarmi e a farmi valere.
Questa arte marziale non sta cambiando solo in tal senso il mio modo di pensare e vivere, (fermezza e lucidità) ma mi sta spingendo anche a riconsiderare il concetto della vittoria.

Tornando al passato, al mio primo match di Sanda, ricordo che mi allenavo da un anno per il mio riscatto, da obeso a combattente, e ricordo che volevo vincere ad ogni costo. Sono salito sul tatami con la convizione che avrei prevalso e così è stato, ho sconfitto il mio avversario.
Dopo quel match però le cose sono andate diversamente, era come se avessi placato una bestia dentro di me, quella che ognuno di noi (quasi) sente e che molti si costringono a tenere a bada nei modi sbagliati.
Avevo una fortissima voglia di vincere contro me stesso, ma una mancanza assoluta nel desiderio di sconfiggere gli altri, e infatti ho perso, ripetutamente.
Andavo sul tatami per dimostrare il mio coraggio, per divertirmi, perchè amo combattere, ma non per vincere. Non uscivo del tutto sconfitto ma nemmeno vincitore da quegli incontri.
Stando a contatto con le persone con cui mi alleno e col mio maestro, ho riconsiderato questo aspetto.

La lotta in contesto sportivo è la nostra guerra, il nostro campo da gioco, il nostro pathos, ma la nostra apoteosi è la vittoria!
Il concetto di andare a competere per partecipare è un pensiero malato e distorto venuto fuori dalla nostra società finto democratica e corrotta, i nostri antenati che tanto hanno conquistato e ottenuto schieravano forse le legioni per partecipare? Milone di Crotone che ha vinto così tante Olimpiadi di Pankration ci andava per partecipare? Ercole ha affrontato il leone e l'ha soffocato pensando di partecipare? non direi. Assodata la vittoria contro la propria accidia, contro l'indolenza, contro il grasso e la paura, ti nasce dentro il desiderio della vittoria sugli avversari, non tanto per sottomettere loro, ma per te stesso.
Quando sei tu a trionfare hai la prova che le tue tecniche, il tuo corpo e il tuo spirito sono allenati bene, che stai facendo le cose giuste, che non sbagli, ma è proprio il concetto di andare a competere "Per Vincere" che ti fa Vincere, se il tuo assetto mentale non è programmato sulla vittoria, non vincerai.
Un tempo non avrei parlato così, ma come ho detto mi evolvo di continuo e forse non sarò mai sazio, non sarò mai soddisfatto, questo spesso mi genera una certa malcelata ansia, così mi sto preparando in tutti i campi per la mia prima gara di BJJ, che si terrà a Milano il 27 Novembre.

A livello fisico tutto procede a gonfie vele, sono a 92 kg (in perfetto peso per la categoria 94.3), la credenza in cucina è un banchetto di frutta secca e tisane, il mio congelatore sembra il deposito di una macelleria e ormai sono diventato un grande amico del fruttivendolo che ha il negozio poco sopra casa mia. Quello di cui mi sto preoccupando di più quindi è la forma mentis.
Cerco di non lasciarmi turbare dall'incompetenza della segreteria della Sapienza, dalle scorrettezze di quelli che si rivelano falsi amici, dalle mille cose da pagare ecc ecc

La mia vita adesso è una ricerca di serenità, allenamento mattutino, meditazione, allenamento serale, il tutto desiderando la vittoria e lavorando per essere rilassato. In questo mi aiuta sia il mio ritrovato spirito, sia le letture elevate di grandi vincenti del passato a cui mi sottopongo con piacere ogni giorno.

In conclusione, sono convinto che come vada vada non mi arrenderò, che darò filo da torcere ai miei avversari e che sarà solo l'inizio per una persona che affronta la vita con l'intento di trionfare in ogni campo.