mercoledì 17 marzo 2010

Ma che belle le arti marziali tradizionali!




In questo articolo vorrei riproporre e cercare di dire la mia su una questione che, per gli appassionati, si presenta di frequente. Sono migliori per imparare a combattere le arti marziali così dette tradizionali, che io chiamo senza contatto, o gli sport da combattimento?
A me la risposta sembra scontata, ma per qualcuno non è così dato ancora oggi mi sono trovato a discutere (di nuovo) con dei sostenitori del fantastico e magico potere dei salti acrobatici.
Lungi da me voler offendere questa o quell'altra arte millenaria, ma se è vero che la lotta si è sviluppata attivamente nell'antica Grecia prima e a Roma poi col pankration e il pugilatus, perchè sentiamo così tanto il bisogno di rifarci alle culture orientali?
C'è tanta ricchezza nella nostra terra e nella nostra storia e penso che andrebbe riscoperta. Il primo passo per renderci conto di ciò che eravamo e ciò che ci siamo persi è senza dubbio accettare la realtà delle cose, l'unica incontrovertibile certezza che se non ti eserciti nel fare una cosa quando ti servirà non saprai farla.
Io studio psicologia ma non saprei operare nessuno al cervello: il concetto è lo stesso, qualcuno che non si esercita nel tirare un pugno, quando si troverà in una situazione di pericolo non riuscirà a sferrarlo, quel pugno.
Diversi anni addietro i maestri del Karate e del Judo dovettero arrendersi alla superiorità in combattimento dei giganti della Muai Thay, allenati a prenderle a darle e dotati di nocche e tibie d'acciaio. Ripeto che non voglio criticare il "metodo di combattimento", ma il modo in cui viene insegnato.
Ho praticato le arti senza contatto, tra cui il Karate e il Wing Chun e come la maggior parte dei praticanti di queste discipline mi beavo in una sicurezza illusoria creatami dall'alone magico del maestro di turno. Questa certezza era quella di sapermi difendere in caso di necessità, cosa che poi non si è dimostrata vera nel momento in cui mi sono ritrovato a dover portare a casa la faccia tutta intera.
Dove voglio arrivare? ad una semplice domanda, è possibile imparare a difendersi non difendendosi in palestra? E' possibile imparare a combattere facendo le forme del Kung fu? (kata) la risposta è no. Finchè si continuerà ad insegnare queste arti "tradizionali" evitando di far esercitare i praticanti nello sparring reale non sarà permesso alle suddette discipline né di rivelarsi utili, né di evolversi ed entrare nel panorama degli strumenti utili ad un uomo per crearsi una propria sicurezza psicologica e fisica.
Tutti i praticanti di sport da combattimento, che abbiano preso seriamente l'arte in loro possesso, possono confermare di aver avuto un miglioramento nella stabilità emotiva e nella tenacia nell'affrontare i problemi di tutti i giorni, perchè questi sono gli effetti dell'affrontare giorno dopo giorno, sul ring / tatami / gabbia, i propri demoni, i propri istinti e le proprie paure ancestrali che tutti ci portiamo dentro e che pochi riescono a fronteggiare. Quando si suda in palestra, quando si prendono i pugni in faccia e le tibiate sulle cosce si sconfigge principalmente uno dei sentimenti che più comunemente domina e blocca l'essere umano: la paura del dolore, che a livello inconscio possiamo associare alla paura della morte.
Questo non può certo dirsi dei magici maestroni e praticanti del Kung Fu, per averne una prova potete sia fare appello alla vostra ragione, sia aprire youtube e cercarvi i vari combattimenti tra stili, es: Muay Thai vs Wing Chun, MMA vs Kung Fu, ce ne sono moltissimi.
Lo scopo primario delle Arti marziali era quello di difendersi / uccidere, cosa può insegnarti meglio a fare queste due cose se non competere nelle MMA (o in genere nelle arti da combattimento reali)? Si combatte in qualsiasi posizione, in quasi tutte le circostanze e situazioni, usando la maggior parte delle armi di cui disponiamo (eccezion fatta per la testa), e le persone vengono ancora a dirmi che le arti marziali miste sono troppo violente e che basta sferrare calci acrobatici per imparare a mettere sotto un aggressore per strada (questo è un altro mito da sfatare, nella vita reale nessuno è Chuck Norris).
Guardiamo in faccia la realtà, dobbiamo avere il coraggio di cambiare se stiamo sbagliando.
Credo di aver esaurito l'argomento, vi lascio una piccola domanda: un architetto neolaureato con 100 e lode sarebbe capace di costruire un centro commerciale con le sue mani, martello, chiodi e calcestruzzo?


Ad Maiora!

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